







E' sabato, tira vento, ma fa bello, quindi si va ad arrampicare, anche non lontano ma si va.
Scegliamo di circoscrivere la scelta alla bassa val di Susa. Si passa alla votazione - poco democratica, s'intende che alla fine scelgo io-.
- Sant'Ambrogio - propone Maurizio.
- Caprie - propongo io.
L'audace si astiene.
- va bene, allora andiamo prima in uno poi nell'altro- dico convinto anche perché un giro a Caprie lo faccio volentieri e di stare tutto il giorno in quel buco di Sant'Ambrogio non è che ne abbia troppa voglia.
Partiamo belli coperti ed almeno dalle intemperie siamo riparati.
Ad Anticaprie c'è poca gente Maurizio riesce così così sulle vie semplici del settore sinistro, così, malvagio riesco ad andare sotto ad Orione promettendogli che è molto più facile -ah, ah, ah...-.
Niente, oggi, il vecchiume proprio non regge, sarà per il freddo sarà perché così deve essere.
Su Giri orbitali arriva fino al crux, tenta, poi demorde accampando le tipiche scuse che a tutti noi sarà capitato di sentire da un compagno fuori forma.
Ancora qualche tiro che io e l'audace proprio non vogliamo farci sfuggire e giusto per sgrafare un pò i polpastrelli e torniamo alla macchina.
Tre minuti, forse meno e siamo a Sant'Ambrogio, non c'è sole, fa un freddo cane ma va bene così.
Piccola disquisizione che sono certo mi perdonerete:
Sono stato io a gradare su gulliver le lunghezze di corda della piccola falesia di Sant'Ambrogio.
Sono sicuramente gradazioni imperfette, ma più o meno nella scala di difficoltà che ho percepito.
La chiodatura ravvicinata, certo, aiuta e particolari passaggi più delicati sono molto protetti.
Di seguito rielenco i gradi da me percepiti con le scuse del caso riguardo le mie lacune.
I tiri sono da destra a sinistra con difficoltà crescente.
- 3c
-4b
-5a
-5b passaggio singolo
-5c passaggio singolo ben protetto
Quel che è certo è che la falesietta si colloca in un range di difficoltà ed ha una chiodatura che non esclude pressoché nessun arrampicatore anche alle prime armi.
Può essere un'alternativa a Caprie anche se quest'ultima è ben più dotata per numero e grado delle vie.
Facciamo qualche tiro anche nella falesietta ma ciò che più ci colpisce è l'inaspettata visita di un camoscio sceso dal Pirchiriano - come da foto-.
E' stata una strana giornata, penso tra me e me in macchina sulla strada del ritorno.
Che bell'animale, libero, selvaggio, senza regole e senza bisogni imposti.
Qualcuno delle mie valli disse: "vivere è come scolpire, bisogna togliere".
Bè allora gli animali ne sanno più di noi!
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