Rocca Barale: una via per Maurizio...






Ecco, ve lo spiego in poche parole.

Maurizio sarebbe anche un decente climber di basso livello se non fosse che ha una paura fottuta.
Arriva sotto le vie e dice sempre, puntuale come un orologio svizzero: - ma è mai morto nessuno qui?-
Segue che io gli cristono dietro, l'audace si gira dall'altra parte ed il più delle volta la situazione degenera in improperi di vario genere - soprattuto da parte mia-.

Allora, siccome voleva fare la sua prima via lunga - nonostante io mi rifiutassi di portarlo - forviato dalla lauta mancia ho deciso di trovare un posto per portarlo - anche se nessun posto, per quanto facile, pareva essere adatto-.

Così mi ricordo di Rocca Barale e della via Sir bis, praticamente la normale del luogo. Le sue placche di aderenza, penso, dovrebbero andare bene.
Gia mi immagino nonostante la banalità dell'itinerario le scenate isteriche che mi toccherà subire.

-mi hai portato in un posto difficilissimo! - dirà. Dice sempre così, qualunque posto io lo porti. e' tragico, dico davvero.

Cribbio è come portarsi dietro un treno merci pieno di frasi tragiche.

- oggi ci lascio le penne qui, me lo sento!- dice anche.
Poi parto io che l'ammetto in quanto a pazienza scarseggio alquanto.

Così dedico di andar a Rocca Barale.

Dettagli:

- difficoltà e dislivello: IV+ max, 8 L. 120m.
- Località di partenza: Cantalupa.


Un quarto d'ora di avvicinamento in salita, in cui gia sento i primi lamenti, e siamo all'attacco della via.
Disfo le mezze, mi lego ai due capi e mi faccio assicurare dall'audace che non si sa mai.

Parto sulla lunga placca iniziale di Cip e Ciop con l'intenzione di congiungermi poi alla normale con un traverso.
50 metri e sono in sosta con tre lunghezze semplici concatenate alle spalle.
La roccia è un bello gneiss rugoso come carta vetro che aiuta a fidarsi dei piedi in aderenza.

Barcaiolo, recupero le corde, metto la piastrina e dico ai due compagni di venir su.
Iniziano i primi problemi. Per Muarizio la placca prima è umida, poi è muschiata, poi ancora è troppo ripida, poi ha pochi appoggi.
Dopo circa tre quarti d'ora è in sosta.
L'audace da dietro di lui mi fa segni inequivocabili. Che palle!

Arrivano in sosta .

L'audace mi assicura e riparto sul traverso per ricongiungermi alla normale.

Piazzo qualche friend per non mettere in difficoltà Maurizio ed in breve faccio sosta su di un albero.
Sul traverso non ha problemi - per fortuna- ma poco prima di arrivare in sosta mi guarda serio e fa:- se cado da qui muoio?-

- vuoi che proviamo?- gli dico al limite dell sopportazione del climber medio.

Si perchè alla fin fine il climber non è che abbia tanta voglia di star ore su di una sosta.
Primo perchè le scarpette non sono esattamente la cazatura più comoda del pianeta e secondo perchè pare di fare un monotiro all'ora.

Appena arrivano, il tempo di farmi assicurare e parto per il sesto tragico tiro. Arrivo in sosta, preparo tutto, loro partono e poi attendo.

Recupero pochissima corda e poi niente. Non sento granchè di quello che dicono perchè sono in una rientranza della parete.

- cosa succede?- chiedo.

- ho paura, Fede, calami- mi dice Maurizio con un tono più che disperato.

- ma cosa vuoi che ti cali se sei ancora in sosta-

- ah, è vero. bè, allora provo a venire su un pezzo-

Cosa vuol dire provo a venir su un pezzo?
O arrivi alla sosta o non arrivi. Non puoi salire un pezzo, cribbio, ci va poco a capirlo.

Recupero ancora un pò di corda e l'audace mi dice che ora va meglio, che stanno arrivando.
Evviva. Ho i piedi in cancrena.

Poi le corde si fermano nuovamente.

- Fede, calami, ho di nuovo paura - mi grida Maurizio talmente forte che gli rispondono anche dai vicini Tre denti di Cumiana.

- Maurizio, dai cerca di venir su che sono pochi metri - sono davvero pochi metri alla catena.

- ma sai quanto posso farmi male in pochi metri. Fai in fretta tu, si può anche morire in pochi metri-

Mi tocco le palle.

- dai che ce la fai-

Comincio a tirarlo su e si sa che quando ho le palle piene divento molto forte.

Arrivano finalmente in catena.

Gli ultimi due tiri la passo liscia con Maurizio che pare addomesticato dai fiumi di adrenalina.

Arriviamo in cima. E' stata la via più facile e tribolata della mia vita. Mi vien da piangere ma prima mi tolgo le scarpette.

- un giorno la rifacciamo?- mi chiede Maurizio.

La mano si solleva da sola così come il dito medio. Parto alla carica con gli improperi di varia natura. Poi mi calmo e rifletto che poteva andare peggio.

Potevamo esseri i primi a trapassare sulla normale di Rocca Barale... ;)

Qualcuno disse: - dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati-
- ma dove?-
- non lo so ma dobbiamo andare-

Con Maurizio ricordatevi di chiedere se è mai morto nessuno nel viaggio!

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