




Dopo la divertente uscita di ieri a Rocca Barale oggi ci sentiamo dei leoni a dispetto della maggior parte dei 'cretini' che ieri sera hanno festeggiato fino alle prima luci dell'alba.
Optiamo per la Baita, la bellissima falesia di Ambrosinera poco oltre il Col del Lys in direzione Viù.
Per la strada troviamo tanta neve e temperature rigidissime. Poi, quando siamo ormai giunti a destinazione e le nostre speranze di arrampicare sono state oramai congelate la temperatura prende a salire.
In breve si giunge ad una temperature umana e parcheggiamo la macchina iniziando l'avvicinamento.
Anche qui la neve ha invaso tutto ed il paesaggio può far benissimo concorrenza alle lande dei paesi nordici.
La palestra, lo notiamo già da sotto, però sembra far parte di un'isola felice e sgombra da neve colpita solo da un gran bel sole caldo caldo.
Dettagli:
- Difficoltà: 3b-7a
- Località:Ambrosinera
Ho già in mente una via che è da un po' che vorrei provare. L'ho notata fin dalla prima volta. Si tratta di una via del settore strapiombante 'titanic'. A occhio direi che è la più bella del gruppo. Strapiombo continuo, prese distanziate ma sembrano buone ed appoggi per i piedi che valuto da sotto.
Se non fosse che sto parlando della via 'albero maestro' che a gradi viene valutata 7a potrei anche permettermi lo sfizio di dire di poterla salire a piacimento - se il grado fosse molto più basso, s'intende-.
Penso però di poter sfruttare le mie doti di potenza e quello strapiombo mi incute molto meno timore di una via di pari grado di muro. Penso di poter trovare buoni appoggi, anzi lo spero.
Salendo verso gli altri settori getto un'occhiata veloce, ma non dico nulla ai compagni voglio che la cosa nasca naturale, senza forzature; se oggi verrà il momento e l'atmosfera per tentare allora bene se no rimanderò.
Saliamo delle vie al settore Biancaneve divertenti, mai troppo impegnative con l'unico difetto di esser molto corte. Comunque sia da divertirsi c'è parecchio perché seppur corte le vie sono molte.
Poi viene l'ora di tornare alla macchina così spiego ai due companieros il mio climbing plan.
"penso di non farcela ma provo lo stesso..." dico per non apparire borioso.
"eh, no, non puoi partire convinto di non farcela, se hai già perso in partenza" mi rincuora l'audace.
Così in cinque minuti siamo sotto al settore titanic.
Si tratta di una parete di una quindicina di metri con cinque o sei vie dal 6b+ al 7a, tutte strapiombanti.
L'albero maestro è la via centrale. Inizialmente si sale su una cengia e da lì inizia una serie di movimenti su strapiombo continuo. Una delle prima prese è una lista di resina e da lì si va a prendere poco sopra, alzando i piedi su buoni appoggi, su una presa piccola ma grottuluta.
Si sale ancora con movimenti faticosi ed impegnativi fino a prendere, con la mano sinistra, una buona presa che permette di riposare prima del tratto che porta alla catena.
Quest'ultimo è meno faticoso della sezione iniziale ma considerando che ci si arriva stanchi non è da sottovalutare.
Comunque sia parto assicurato dall'audace che più che mai mi dà forza. I seguenti momenti mi appaiono interminabili, sono solo io e la parete e la concentrazione è massima. Imprimo in ogni movimento tutta la potenza necessaria ed anche più - la cosiddetta ansia da prestazione...-. Soffro ogni moschettonaggio fino in fondo.
Con qualche resting di troppo arrivo in catena.
Non sono solo felice, il mio stato d'animo è qualcosa di più.
Se fossi l'indiano padre adottivo di Dustin Hoffman in 'piccolo grande uomo' potrei dire che il mio cuore vola alto.
Certo non è stato un capolavoro di stile ma sono arrivato in catena senza troppe rogne. Una via, decido, che dovrò lavorarmi per realizzarla davvero bene. Comunque sia oggi è stato l'inizio del dialogo con quella via tremenda e vedendo la catena e calandomi ho capito che non finirà certo lì.
Grazie ai presenti per il sostegno, grazie per le belle parole, grazie per aver creduto in me anche quando tutti erano di parere contrario.
Cribbio, che giornata!
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