Oramai siamo infervorati dal sassismo.
Questa nuova disciplina ci ispira e se abbinata all'arrampicata sportiva sospettiamo divenga una miscela esplosiva.
Così si punta alla Mecca della valle in fatto di sassismo.
Chiomonte.
L'avvicinamento è breve anzi inesistente e subito un nuovo universo apre le proprie porte. Massi in ogni cantone, delle forme e dimensioni più svariate. Passaggi faticosi si alternano a muri dove la tecnica è la condizione sine qua non per alzare il culo dal crash pad.
Così mentre il bosco comincia a popolarsi di infervorati sudditi del sassimo, noi come indaffarti folletti di quella strana regione iniziamo a provare i primi passaggi.
Il sole e l'ambiente ameno ci inducono a dare il meglio. Si parte dal masso storico, meta necessaria del nostro pellegrinaggio di bassa quota.
Una fesssura, bellissima, lo incide nel mezzo con un traverso mozzafiato. Naturalmente la fessura è per dita fini così finisco per incastrare fin troppo i miei ditoni. Ma lasciamo perdere...
L'audace anche lei ne è entusiasta di questo nuovo Eden di roccia.
Segue un muro a buconi, estetico tecnico ma anche un pò ciapa e tira che non guasta.
Altri blocchi ci attendono, un fessurino maledetto con lancio per partire, una prua, uno spigolo ect...
Per la prima volta mi sa che abbiam gia dato più che a sufficienza.
Le dita, d'altronde, reclamano pietà.
Così torniamo alla macchina con quello strano coso sulle spalle che qui chiamano crash ma che da lontano sembra tanto la sbilenca clava di un gigante.
Sarà l'atmosfera dei boschi, ma oggi c'era qualcosa di magico...
Ah, no forse erano i funghi...allucinogeni...!!!
Questa nuova disciplina ci ispira e se abbinata all'arrampicata sportiva sospettiamo divenga una miscela esplosiva.
Così si punta alla Mecca della valle in fatto di sassismo.
Chiomonte.
L'avvicinamento è breve anzi inesistente e subito un nuovo universo apre le proprie porte. Massi in ogni cantone, delle forme e dimensioni più svariate. Passaggi faticosi si alternano a muri dove la tecnica è la condizione sine qua non per alzare il culo dal crash pad.
Così mentre il bosco comincia a popolarsi di infervorati sudditi del sassimo, noi come indaffarti folletti di quella strana regione iniziamo a provare i primi passaggi.
Il sole e l'ambiente ameno ci inducono a dare il meglio. Si parte dal masso storico, meta necessaria del nostro pellegrinaggio di bassa quota.
Una fesssura, bellissima, lo incide nel mezzo con un traverso mozzafiato. Naturalmente la fessura è per dita fini così finisco per incastrare fin troppo i miei ditoni. Ma lasciamo perdere...
L'audace anche lei ne è entusiasta di questo nuovo Eden di roccia.
Segue un muro a buconi, estetico tecnico ma anche un pò ciapa e tira che non guasta.
Altri blocchi ci attendono, un fessurino maledetto con lancio per partire, una prua, uno spigolo ect...
Per la prima volta mi sa che abbiam gia dato più che a sufficienza.
Le dita, d'altronde, reclamano pietà.
Così torniamo alla macchina con quello strano coso sulle spalle che qui chiamano crash ma che da lontano sembra tanto la sbilenca clava di un gigante.
Sarà l'atmosfera dei boschi, ma oggi c'era qualcosa di magico...
Ah, no forse erano i funghi...allucinogeni...!!!
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