








Fa freddo.
Ed è strano visto che siamo solo ad Ottobre.
Ma non importa. Perchè si sa il lupo (anche il canelupo?!) perde il pelo ma non il vizio.
Si va a scalare.
E' domenica e siamo nel piazzale davanti alla falesia di Miroglio. Questa è una delle pareti storiche del cuneese che vanta settant'anni di storia ed almeno un centinaio di lunghezze di corda.
La palestra è composta da una decina di torrioni per lo più vicini uno all'altro.
Si scala su dell'ottima quarzite una roccia che dà fiducia nell'uso dei piedi e che propone spesso tacche dolorose nei passaggi delle vie più difficili.
La giornata, ahimè, nonostante le più rosee previsioni, si prospetta molto fredda. Un inclemente termometro segna 4°.
Comunque sia raggiungiamo il primo torrione scaliamo.
Parto su di un bel 6a abbastanza tecnico in partenza dove non sento molto quello che stringo ma è una pratica che si sbriga piuttosto rapidamente.
Intanto l'audace rediviva e Maurizio si scaldano su un V lì vicino dove Maurizio si esibisce nel suo show migliore: la ritirata al secondo spit!
Nessun problema però per l'audace che passa sorridendo e sbeffeggiando sfigghi-Moricius.
Ci spostiamo quindi al settore della 'placca Grassi'(6c) che si dimostra meno petardata di quanto pensassi.
Così scendiamo all'ultimo torrione che avevamo preso di mira dalla relazione.
Un giro per l'audace su 'Fantaghirò'(6a+) giusto per vedere perchè tutte quelle lame suonano tremendamente a vuoto. Sensazioni inquietanti a parte sopravviviamo.
Così giusto per finire la pelle delle dite monto 'di dita' (6b+) una via col destino nel nome.
Lunghezza molto bella ed elegante su muro appena verticale a reglette.
Un passo più difficile a superare un tettino e poi continuità di....di dita, no?!
Anche qui buone sensazioni e pratica archiviata al secondo giro!
Intanto arriva un freddo polare di quelli che ti seccano a distanza.
Toby si incrocchia tutto come un paguro masochista.
Così decidiamo di scappare alla macchina...
Ma non finisce qui!!!
Ed ora per l'angolo del sapientino: perchè si dice che fa un freddo cane?!
Il cane è stato nel passato simbolo del freddo: quello che oggi è uno degli animali domestici più coccolati e privilegiati dall'uomo non ha sempre avuto sorte benevola. Ci sono stati tempi in cui il cane era costretto in catene, privato del cibo per aumentare la sua ferocia contro intrusi e ladri e lasciato all'addiaccio e fuori dalle abitazioni a causa delle malattie infettive da cui era afflitto.
L'accezione negativa di cane, cui fu associata l'idea di disgrazia, si può far risalire anche all'antico gioco dei dadi diffuso presso i Romani: il “colpo del cane” era infatti quello più sfortunato, in cui tutti i dadi lanciati segnavano il punteggio inferiore..
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