Non ci resta che partecipare...

Quando partecipi ad una competizione ti dici che lo fai per divertirti.
Ed è anche vero, in parte, da amatore, lo fai per sfuggire alla routine, per provare qualcosa di nuovo ed emozionante. Ad esser franco, però, non credo che sia finita lì che si tratti solo di non saper cosa far di meglio.
No secondo me partecipi alla gara perchè senti che dentro di te c'è un leone che preme per uscire. E non è il leone che vuole sbranare gli altri, non è una belva incatenata che medita vendetta contro il mondo. No quello è il leone che potresti essere e che scalpita per venir fuori per poter battere innanzitutto se stesso.
Credo che le gare, anche se a livello amatoriale, siano una scuola.
Una scuola per il carattere, una scuola per la tempra. Le prime manifestazioni mi capitava sempre di esser un pò agitato e di scrutare gli sguardi degli altri partecipanti per vedere se anch'essi avessero quella sorta di timore verso l'imminente prova.
Bè alcuni di loro l'avevano quell'espressione preoccupata e fuori luogo, altri, la maggior parte avevano un sorriso, lo stesso sorriso che accompagna la voglia di dare il meglio di se e di superarsi.
L'arrampicata è un passatempo, questo è vero, ma credo che solo attraverso la garette amatoriali ( al giorno d'oggi in voga) si possa arrivare a confrontarsi con gli altri e con se stessi.
Si credo che si tratti di questo, solo questa concreta sfida con i propri limiti e tanta voglia di tenere accessa quella fiamma che è l'arrampicata. Una fiamma che ti brucia le piante dei piedi, che anche dopo anni continua a divampare come fosse il primo giorno.
Quindi oggi come affronto una competizione?
Con il sorriso e la voglia di superarmi, quella sempre.

È la volontà che fa l’uomo grande o piccolo.

- Friedrich Schiller -

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