




Terzo giorno. Svegliati ancora una volta prestissimo dall'adrenalina a mille.
Colazione pesante, come al solito.
Ci dirigiamo all'anfiteatro di Arginonta.
La guida promette bene. Le difficoltà ci sono tutte e diverse vie sono consigliate vivamente.
Cos'altro aspettare?
Prendiamo il trabiccolo e da Masouri ad Arginonta è una questione di pochi minuti.
La strada per la falesia poi diventa da asfaltare così parcheggiamo il trabiccolo in uno spiazzo poco prima.
Per raggiungere il settore ci vuole l'ausilio di una corda fisse che ci permette di risalire un muretto di terriccio.
Poi finalmente arriviamo. Non posso credere ai miei occhi. Anche questo settore è stupefacente.
muri, placche e strapiombi di pietra calcarea dal rosso al grigio scuro. Un vero trionfo di colori.
Mi imbrago in tre secondi, apro il sacco porta corda, dico all'audace di assicurarmi e sono in parete. Su placca.
La via si chiama 'clean'. 5c di placca, ideale per riscaldarsi. delicata, resa perfetta dal grip di quello strano calcare greco.
In breve sono in catena pentendomi di non aver goduto abbastanza di quella via davvero da manuale.
La placca perfetta.
Aderenza al limite, passagi tecnici ed una sola presa reale a dieci metri da terra. Per me che ho iniziato sulle placche è come vivere un sogno.
Poi tocca all'audace. Mi stupisce non più del solito mangiandosi la lunghezza - a veder lei sembra tutto facile-.
Ancora qualche via e sia il sole sia la stanchezza sopraggiungono rendendo la fuga la più ovvia delle alternative.
Torniamo al trabiccolo pieni di felicità come se un pò di quel caldo sole greco fosse entrato nei nostri cuori.
Poi mi giro a rimirare l'anfiteatro e con la mano saluto come se non fossimo solo noi ad amare quelle rocce ma anche esse fossero capaci di affetto.
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