Gli Huber son il passato, noi siamo il futuro!

La sagoma delle placche gialle

anche al Talucco arrivano gli echi

Tarzan?

La seconda lunghezza con una bella lama

Italia 1!

La placca alla fine della quinta lunghezza

La maglietta è un tocco fashion tipico del vecchio che vuol sembrare giovane!

Una bella placca diedro

Incurante del lasco di corda continua a salire rapito dalla febbre dello scalatore (pazzo)

Il famosissimo traverso della Cinquetti

Panorama di vetta
Io sono Dio.
Oppure io sono Messner.
No, dico davvero, è quello che deve aver pensato Stankomort dopo esser arrivato in cima alla via. Non che per lui non sia stata un'ambita conquista ma va sottolineato che in lui alberga un insolito e sospetto spirito teatrale.
Così non è apparso inusuale vedere le sue espressioni di giubilo più simili alla danza della pioggia dei nativi americani che ad una motivata felicità.
Ma vi spiegherò meglio così che anche voi possiate capire perchè Stankomort pensa di esser Dio, Messner o qualunque altra grande autorità.
Ecco, per farla breve, che è da un po’ che non arrampico.
Tanta tanta resina ma per ragioni lavorative ho avuto poco tempo per andar su roccia.
Ragioni lavorative che coincidono col fatto che Stankomort è il mio datore di lavoro e per lui il lavoro è una religione ed il tempo libero il suo tempio.
Tuttavia in tutta sincerità posso dirvi che amo il mio lavoro. D’accordo faccio il commerciale sotto la guida di Stankomort ed è un po’ come se stessi imparando a diventare robe del tipo Dart Fener e altri farabutti. Ma c’è qualcosa in tutto questo che mi piace (con molta probabilità i pranzi al ristorante sul conto della ditta).
Così l’unico modo per andare ad arrampicare è primo convincere Stankomort a non lavorare anche il sabato e la domenica e secondo portarmelo dietro con l’accuratezza di non perderlo perché detto fra noi fallirei dopo due o tre nano secondi. Lui sul lavoro è davvero forte mentre io mi considero, come dire, un cucciolo di tigre, d’accordo è probabile che diventi temibile ma per ora l’unico a cui posso far paura è Tobia che, detto fra noi, ha paura più o meno di tutto.
Propongo al mio socio d’andare a Rocca Sbarua la storica palestra del pinerolese per salire la classica e divertente via Cinquetti.
E’ sabato mattina, circa le dieci, e siamo all’attacco della via.
Vestiti tutti da fighetti della roccia perché voglio esser sincero con voi a noi piace tenerci bene ed è una scelta, bè voglio solo dire che immagino che alcuni di voi ci chiamerebbero ‘’democristiani monturati’’ mentre a me basta pensare che siamo degli epicurei punto e basta.
Due fighetti, uno con pochi capelli grigi, l’altro con tanti capelli ricci a fungo molto scugnizzo napoletano, alla base della Cinquetti.
Ci guardiamo negli occhi come fossimo gli Huber prima della salita del Capitan e parto.
Adesso non starò a dirvi quello che è successo tiro per tiro ne ogni scoreggia che abbiamo tirato ma sappiate che ci siamo divertiti come dei matti.
La parte più avventurosa, va detto, è stata la discesa dove un irto sentiero conduce alla base delle vie se siete accorti o nell’averno se siete avventori distratti.
Il finale è una mangiata a Casa Canada di quelle d’altà qualità dove si prospettano picchi colesterolici e probabili infarti per il più anziano guarda caso Stankomort.
Ritorno alla macchina alla velocità d’un ottantenne con le anche disciolte nell’acido e rutto libero fino a Torino.
E qui mi ricollego all’inizio del racconto perché Stankomort si è esaltato a bestia e adesso vaneggia d’abbandonare lavoro, famiglia e cane per dedicarsi all’arrampicata su Big wall, falesia durissime e scogliere.
Si l’abbiamo perso.

2 commenti:

  1. è sempre interessante e piacevole leggere delle vostre avventure. mi piace il vostro blog, hai uno stile di scrittura che mi fa scassare dal ridere (in senso buono). grandi ragazzi continuate cosi

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    1. Grazie, come si suol dire ridiamo per non piangere ;)

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