Sacra di San Michele: su per il pirchiriano con furore








Seconda ferrata. La prima ci ha lasciato l'amaro in bocca - non che non fosse bella ma era come dire troppo breve-. Si, ci vuole qualcosa di lungo, lunghissimo, estenuante.

Forse chiediamo troppo, ma il destino sembra accontenarci quando scegliamo la ferrata della Sacra di San Michele. Ne abbiamo gia sentito parlare dal cugino Pierino che la fa sempre volentieri - e che poi va a mangiar nell'orto dei frati!-.

Così partiamo di buona mattina, parcheggiamo a Sant'Ambrogio - sotto la sacra rubano e rovinano le autovetture!- e ci incamminiamo.

Dettagli:

D, considerando il notevole sviluppo. 600 m. Tempi di percorrenza sulle 3/4 ore andata e ritorno.


La prima sezione è molto semplice ma piacevole, ci serve per partire con la marcia giusta. Una serie di roccette mai difficili e molto appoggiate portanoad una tratto molto breve nel bosco.

Qui inizia poi un tratto verticale con abbondanza di pioli ed un 'altra senza pioli ma con molti gradoni di roccia per i piedi.

Altre sezioni più o meno interessanti e siamo nel bosco.
Qui c'è la prima via di fuga per chi non fosse interessato a continuare la ferrata e poichè essa è ancora molto lunga.

Ma noi, da bravi alpinisti, non consideriamo neanche di poter tornare giù. Oggi di energia ne abbiam da vendere e voglia conquistare il pirchiriano a tutti i costi.

Un sentiero attrezzato nel bosco porta alla seconda sezione che inizia con un lungo traverso su roccia - molto piacevole per il panorama sulla bassa val susa.

Finito il traverso si riinizia a salire e la ferrata sfrutta evidentemente i tratti più semplici di quelle bastionate aggirando a dovere passaggi strapiombanti e muri.

Pensandoci bene sarebbe bello ci fosse anche una diretta per i ferratisti più esperti o per chi arrampicando trova banali certi aggiramenti. Ma ve bene così!

Saliamo quel tanto che basta per essere davvero in alto col panorama ora mozzafiato più che mia.

Verso la fine delle bella ferrata affrontiamo un breve - forse superfluo- ponte tibetano che ci consegna alla salita finale.

Poco dopo siamo davanti alle mura della Sacra, felici e gasati.

Sorridiamo davanti all'obbiettivo per un autoscatto commemorativo.

L'accesso alla Sacra è peggio di quanto ci si potrebbe aspettare. Un sentiero attrezzato cosparso di cocci ed immondizia ci accompagnia fino alo spiazzo davanti alla costruzione. Che schifo!

Forse era meglio tagliare per l'orto dei frati!

Il rientro è a piedi per l'antica mulattiera prima per San Pietro e poi Sant'Ambrogio.

Torniamo alla macchina in meno di un'ora, guardiamo ancora per un poco la Sacra poi, ingordi, ci domandiamo gia quale sarà la prossima ferrata.

Ecco, siamo al solito, non sappiamo accontentarci delle piccole cose, non ne siamo in grado. Vogliamo andare più alto ogni volta, vogliamo fare cosa più difficili ogni volta, voglia faticare di più ogni volta.

E' troppo forte in noi la volontà di non essere piccoli uomini ma grandi scemi!

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