le cronache di Lagna: la strega, l'armadio e l'orsetto inculatore!







Sarà un caso ma con gli accordati mai niente è per caso.
Come non è per caso e nemmeno altrettanto banale la scelta di andare a scalare a Camoglieres.
Loro non ci sono mai stati.
Noi due volte ma è stato amore a prima vista.
L’arrampicata è spesso intransigente dal punto di vista tecnico offrendo un calcare a cui mancano gli appigli sostituiti dalla magnanimità degli appoggi. Il tutto immerso in un contesto dolomitico, che scusate se è poco, mi fa tremare i polsi.
Così si decide di portare in questo paradiso anche gli accordati.
Tutto bene, direte voi, che gia, purtroppo, avrete smesso di leggere.
Invece tutto bene un corno, la giornata bisognerà guadagnarsela.
Quindi, cari lettori, riprendete pure in mano ( o meglio in monitor) il testo e leggete.
Riusciamo in qualche modo a ritrovarci nel luogo programmato la sera e di qui, senza particolari impedimenti arriviamo a Camoglieres.
La falesia è ad un tiro di schioppo dalla macchina cosicché siamo imbracati e pronti in men che non si dica.
Inutile dire che nel frattempo Giuseppe riesce a bucarsi i pantaloni in zona chiappe. Vabbè.
Comincio io con il mio sprint: due vie al minuto.
Poi finiscono le corde ed il gioco. Così mi fermo a prendere fiato, e vi giuro che dopo quattro vie di fila ne avevo proprio bisogno, e lascio giocare anche gli altri.
Subito gli accordati sono intimoriti da quel calcare ma poi ne guadagnano la fiducia.
La giornata continua senza particolari show perché il meglio lo teniamo per il gran gala finale.
Infatti Giuseppe decide di montare una via da primo. Miracolo!
Parte tutto convinto con tutta quella rumenta che si porta dietro manco dovesse scalare l’Everest.
Poi arriva al passo chiave, moschetta, continua dritto e senza rimorsi d’esser andato da primo di cordata.
Invece, roba da real tv, e non dico per dire, perde l’appoggio o non lo trova o ancora ne cerca uno che gli piaccia. Insomma si avvicina il volo, il primo!
Ma in qualche modo, con una laterale da paraplegico, si addossa alla roccia.
Ma la roccia sembra respingerlo.
Così intervengo io che in quanto a furbizia faccio a gara con le volpi ( morte… s‘intende…).
“Dai Giuseppe che hai l’orsetto inculatore alle calcagna!” gli grido.
“tra l’altro hai anche i pantaloni bucati sul culo…”Insisto.
Così il toscano volante non vola ed arriva in catena con qualche delirium tremens di troppo ma sano e salvo.
Concludo come amerebbe fare il mio amico Danilo:

prima scalavo, stavo zitto, e chiudevo le vie dure.
Adesso rido e scherzo e non chiudo più un tubo!

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