Colpa del paradiso!









E così siamo gia arrivati a Pasqua.
Pare proprio che il tempo abbia ripreso il suo rapido cammino lasciandosi alle spalle un freddo ed inquietantemente nevoso inverno...
...e invece no!
E' l'ora delle piogge!
E che piogge...
L'Italia intera è investista da perturbazioni che pare debbano farci annegare nelle nostre lacrime (almeno per quanto riguarda i climbers oramai satolli di resina).
E noi di resina ne abbiamo davvero le scatole piene.
Persino il nostro Tobia, oramai un habituè della SASP, lamenta intolleranza agli ambienti chiusi in cui aleggia sovrano l'odore della magnesite.
Così decidiamo di tentare la sorte e gia sabato siamo in falesia. Dalle previsioni meteo, che studio con manicale interesse, pare che Chiusa Pesio non sia interessata dalla pioggia se non nel tardo pomeriggio.
Così partiamo alla volta della falesia della Roccarina. La palestra è sita in un parco naturale e permette, grazie alla variegata scelta di difficoltà, di divertirsi fino a non aver più pelle delle dita.
La falesia appare fin da subito asciutta un colpo di fortuna non da poco viste le piogge dei giorni scorsi.
Così si prende a scalare mentre Tobia dorme non prima però di rinvenire un osso di qualche animale e porgerlo alla mamma con sguardo fiero come a dire :''stasera la cena la offro io!''.
Intanto si afrrontano le prime vie tra le quali vengo ammaliato da due linee compatte.
La prima si chiama ''bagna cauda'' ed un bel 6c+ di muro verticale a tacche del quale riesco ad aver ragione dopo tre giri. La scalata su questa via è alquanto particolare e delicata (nonostante la via non superi i dieci metri). Una prima sezioni tecnica su buoni appoggi conduce ad un boulder su tacche coi piedi sulle uova. Il finale, per fortuna, non riserva sorprese e conduce in catena senza troppi patemi.
La seconda che provo è la via a fianco (lampu 6b+) simile nello stile ma non troppo nei passaggi. Per fortuna due giri e riesco a trovare la soluzioni di questa altra divertente via.
Intanto anche mia mamma riesce a togliersi qualche soddisfazione liberando ''le api'' un divertente ed esposto 6a che si insinua su di uno spigolo a tacche.
Maurizio intanto spizzica qualche via qua e là reiterando il suo vecchio ma mai sopito motto:''ma qui è mai morto nessuno?!''(a cui è dedicata la locandina inquietante del post).
Così finisce questa bella giornata non prima però di esser riconosciuto da un arrampicatore locale (che saluto) che mi dice:''ma tu sei il ragazzo del sito!''.
Ebbene si, cari lettori, non conduco un mera vita virtuale ma giro davvero per le falesie. Insomma esisto e vi capita d'incontrarmi salutatemi!
Finita la parentesi vita virtuale/vita reale torniamo alla macchina mentre nubi scure all'orizzonte prospettano una pasqua alquanto bagnata.
Infatti il giorno dopo (Pasqua) piove.
Guardo dal balcone di casa mia e vedo la Val di Susa nera come la pece.
Pare non esserci nessuna speranza per il giorno seguente anche se le previsioni dicono che sarà una giornata di sole.
Ma non ci diamo per persi e organizziamo di passare la Pasquetta a Camoglieres convinti che nel peggiore dei casi si farà una passeggiata.
Intanto comincio a lamentare un dolore al dito medio della mano sinistra che si insinua in tutto l'avambraccio.
Tobia, invece, pare aver preso la gastrointerite.
Bene. Anzi, male.
Solo Maurizio pare non aver nulla di male se non quel suo pessimismo cosmico cardine delle sue azioni e domande.
Partiamo comunque.
E la sopresa più grande l'abbiamo a Camoglieres dove troviamo la falesia isolata e completamente asciutta.
Insomma una pasquetta fantastica con la palestra tutta per noi.
Maria Piera subito da prima si toglie tanti sassolini dalle scarpe liberando tre linee in un solo giorno (corvo nero, Vale, poemex).
Intanto il mio dito pare debba farmi penare.
Così mi limito a salire la bella e tecnica ''colpa del paradiso''(6b). Quest'ultima è una linea molto elegante e scalabile sempre su piccole prese ed appoggi. Al secondo giro riesco ad avere la meglio e mi unisco agli altri due sperando che il dito presto di riunisca a me.
Insomma siamo comunque riuscita a scalare, non al mare certo, ma il divertimento è stato comunque preservato...così come la pellaccia di Maurizio...almeno per questa volta!

2 commenti:

  1. Ciao. Sono quello che hai incontrato a Roccarina.
    Grazie e ricambio i saluti.
    Fulvio e Giorgio (il bimbo climber)

    RispondiElimina
  2. Ciao Fulvio e Giorgio!
    Sono sicuro che presto ci reincontreremo in zona (siamo estimatori, come potete notare dai vecchi racconti, della roccia del cuneese).

    RispondiElimina