Una falesia che non si può rifiutare!











Che grama!




Assicuri da cani...

Si lo so, cari lettori, che vi ho stufato con la mia idiosincrasia verso la pioggia.
Che ci volete fare ha fatto talmente brutto che per tirare avanti tra una resinata e l'altra mi sono dovuto trovare un capro espiatorio. Quale miglior antagonista della pioggia?
Ma ora il discorso ha deviato il proprio tragitto malaugurato: fa bello...che bello!
In una sola settimana sono riuscito ad andare giovedì a Revello, sabato a Roccavione (dove lasciatemelo dire con un poco d'orgoglio ho chiuso l'ultima via che mi mancava al primo torione: la malefica ''n°4'') e domenica...bè per saperlo leggetevi il racconto, no?
E' domenica ed intimoriti dall'idea di trovare falesie affollate da omini agitati decidiamo di sfidare il destino cinico e baro e tornare a vedere se la falesia di Boves s'è asciugata.
Usciamo di casa, caffè nel centro di Boves, scongiuri vari, Toby che tira come un matto probabilmente alla ricerca di qualche cinghiale in calore...ma la falesia E' asciutta!
Permettetemi d'esser ripetitivo:
La falesia è asciutta
La falesia è asciutta
La falesia ha l'oro in bocca (ops...)
Sono così eccitato che vorrei provare tutto e volare su tutto e finire tra quindici giorni con le palle che mi toccano terra e la bava alla bocca.
Anche i companieros sono della stessa idea solo il carissimo Tobia si sceglie il posto più comodo e comincia a dormire (più o meno come al solito...).
La palestra si trova nella frazione San Giacomo di Boves ed è chiamata dai local Roca di Don Franco (speriamo che non sia un mafioso...).
Così più o meno tutto il giorno scaliamo col presentimento che appaia qualcuno con accento italoamericano a farci una proposta che non possiamo rifiutare (ma per fortuna questo non accadrà).
La roccia è un rugoso gneiss purtroppo disturbato dal muschio in più punti (maledetto inverno quanto danno hai arrecato!).
La falesia conta due settori: un primo nel punto più alto del bosco con due vie una di terzo ed una di quinto; un secondo settore, quello in cui abbiamo scalato, con una decina di vie dal 6a+ al 7b+. Qui le vie sono d'altezza modesta e spesso propongono sezioni boulderose in partenza per poi placarsi man mano che si avvicina la sosta. Uno stile particolare che ben si discosta dalle moderni canoni della continuità (ma a me piace, che ci volete fare!).
Mi scaldo su un 6a+ (na speransa) che mi saluta con una partenza fisica in leggero strapiombo su prese buone ed un ribaltamento cattivello. Di qui alla sosta mi destreggio tra muschio e licheni.
Anche la seconda via sempre un 6a+ (la randulina) parte cattiva con una placca tecnica per poi calmarsi fino in sosta. Tra tutte e due le vie comunque ci si riesce a divertire con bei movimenti mai scontati che richiedono una buona padronanza del gioco di piedi.
Così mentre Tobia continua a dormire forse afflitto da qualche forma mortale di narcolessia monto ''acqua passà'' (6b+) un bel tiro con il duro concentrato in uno strapiombo di sei o sette metri. I movimenti anche qui non sono semplici ma fisici su prese buone solo se coi piedi ci si mette bene. La via finisce appena sopra lo strapiombo che a vista manco e di molto.
Anche Maurizio alias Stancormort alias ''ma qui è mai morto nessuno?'' non se ne fa mancare neanche una e nell'ordine riesce a battere la testa, il ginocchio e farsi mordere da un improbabile cobra amazzonico.
Al secondo giro coadiuvato dalle silenziose urla (?!) della donna inudibile riesco ad aver ragione del 6b+ compresso permettendomi anche qualche sgambettata di gamba a favore di fotografo (che piciu!).
Ma anche a lei, alla fine tocca provare la via, così scopre che fa faticavo tanto un motivo ci doveva pur essere (ciapa!).
Così mentre gli altri due alias ''i miei genitori'' ripetono i 6a metto in cantiere l'unico 7a della falesia la bella ed intensa ''barba Camilu''. La via parte su una placca facile col primo chiodo un poco alto ma riesco a non ammazzarmi (!) si sale in verticale aiutandosi con una lama buona ma messa tutta storta (che pedante che sono!) a questo punto inizia una prima sequenza. Si alzano bene i piedi andando con la mano sinistra a prendere una bidito (magari anche tridito se avete le dita fini) ci si sistema per andare di destro a prendere un altro bidito all'altezza del terzo spit; intanto la parete comincia a strapiombare leggermente ma gli appoggi sono buoni. Una volta preso il bidito di destro si alza la sinistra ad una tacca dieci centimetri a sinistra del terzo spit e di qui ci si protegge. Gli appoggi si fanno più radi ma si è quasi usciti dalla fascia strapiombante col piede sinistro alto ma su un appoggio buono si carica sul delicato il destro e si lancia di destro ad un primo verticale netto ma non semplice da acchiappare se lo prendete dovete prendere di sinistro un altro verticale subito sopra. Ancora una sequenza in laterale e ci si apre ad una buona pinzata per la destra. Complimenti siete usciti dal duro!
Detta così sembra intuitiva in realtà il primo giro ne ho fatte di tutti i colori tra cui: tantare di andare al bidito alto direttamente sbandierare cercare di tenere la sbandierata e venire giù come un sacco di patate. Al secondo giro riesco sulla prima sequenza dei biditi ma cado poco prima d'acchiappare la pinzata risolutrice. Nel frattempo sarà per il lavoro dei giorni prima l'indicatore indica che sono in riserva! sarà per la prossima!
Anche i due genitors sembrano stanchi solo Tobia si alza baldanzoso guardandomi con quella sua aria :''adesso ti faccio girare le balle!''.
Domani, cioè oggi, dovevo andare a Gravere con Danilo ed è stata una delle poche volte che sono stato felice d'aver da fare con l'università :)

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