Che giornata!
Era da un pò che non mi divertivo così e divincolarsi tra pioggia e studio è stato più o meno tutto il diletto che mi sono concesso nell'ultimo periodo.
Così propongo a mia mamma d'andare a scalare ma siccome fa davvero caldo le anticipo che si potrebbe andare a Gravere.
Ho conosciuto la parete di Gravere ad ottobre dell'anno scorso grazie a Danilo. Fin dall'inizio sono piovute - considerando l'idiosincrasia per la pioggia che vi ho tramesso sarebbe meglio dire ''arrivate''- le prime mazzate ma questa parete ha finito per piacermi (a piccole dosi...).
La falesia di Gravere anche detta parete dei cervi sorge poco sopra l'omonimo paese in un ameno bosco di castagni; non si sente nessun rumore ed il fresco è assicurato.
La difficoltà delle vie è selettiva un solo 6a+ e si sale dal 6c fino all'8c+ per un allenamento assicurato.
Mia mamma pare esser d'accordo anche perchè non le nascondo che ho un cantiere da chiudere. Infatti la volta prima ho cominciato a provare 'Ascendente Orso' un 7a boulderoso nei primi dieci metri che culmina in una placca tecnica non troppo difficile ma delicata.
Così ci rechiamo a Gravere con Tobia più insofferente alla calura che mai anche se alla base della falesia troverà un fresco giaciglio da cui sarà difficile staccarlo per tutto il resto della giornata!
Fin da subito la parete piace anche alla mia cinquantenne (tra sette giorni!) mamma che si diletta a seguirmi su 'millefoglie' un bel 6a+ ideale come riscaldamento che non avevo mai provato perchè Danilo, ovvero il sadicmen, mi fa scaldare - sarebbe meglio dire ghisare- sul 6c.
Così mentre Tobia dà segni di vita solo quando scorreggia monto il 7a e riesco ad arrivare in catena con una sola caduta - sul passo più duro!-.
La via a mio avviso è bella perchè tutta da scalare i primi metri sono impegnativi ma mai ciapa e tira le dita devono chiudersi per bene ma anche i piedi devono essere usati non solo come inutili appendici -ma guarda un pò!-.
Così parto per il secondo giro della giornata, mi sento bene oserei dire leggero, sghiso su tacche che sentivo male la volta prima, sul duro riesco nel lancetto, ribaltamento delicato e via sono sulla placca in dirittura d'arrivo per la catena.
Che figata!
Scendo e mi sento immensamente felice con questa via posso dire senza troppa modestia d'aver liberato il mio quinto 7a grado che quando ho iniziato a scalare ritenevo impossibile - e che adesso ritengo estremamente faticoso :) -.
Non pago della giornata - ed infondo anche un pò ingordo...- monto - ma soprattutto anelo a chiuderlo in pochi giri- il 6c a fianco 'il signor Bendonde' un tiro con uno stile di scalata simile e dalla partenza boulderosa anch'essa.
Arrivo in catena bello pieno ma ho capito i singoli in basso...
Guardo mia mamma, che nel frattempo ha provato il 7a smontandomelo - brava!- e le dico '' adesso dò tutto quello che rimane''.
Così parto convinto con un silenzio irreale che m'accompagna, sento bene le tacche e l'aderenza oggi - complice un venticello fresco- è fantastica. Sono sul duro mi apro e prendo il verticalino risolutore mi alzo coi piedi sulle uova e finalmente acchiappo una bella tacca; di qui in catena è una formalità che sbrigo con l'accuratezza d'un artificiere.
Così un'altra via è andata e per di più al secondo giro.
Sempre Tobia è protagonista di una insondabile narcolessia cronica mentre l'audace mi smonta anche il 6c riuscendo a capire alcuni singoli.
Il tempo di tirare giù le corde e ci sentiamo pesti.
Solo Tobia si sveglia e mi guarda con la solita - quante volte l'avete gia letto- faccia da ''adesso ti tiro a morte''.
Ah dimenticavo: tanti auguri alla mia mammona!!!(le ho persino regalato - in coordinatio con Tobia- l'imbraco nuovo dando fondo alle mie/nostre limitate -ora estinte- risorse)
Il bello è ciò che cogliamo mentre sta passando. È l'effimera configurazione delle cose nel momento in cui ne vedi insieme la bellezza e la morte.
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