Più che un racconto vorrebbe esser un elogio.
Una spropositata ovazione alla mia/nostra falesia preferita: Erto.
Che tu sia un arrampicatore dalle dita di ferro un un merenderos incallito a Erto avrai modo di divertirti come un bambino (o sarebbe meglio dire come un babbuino se hai intenzione di incollarti agli strapiombi).
Sono due settimane di svago quelle che ci siamo concessi e subito la forma diviene un'altra: la resistenza vero cruccio per noi climber assillati/stoppati dalla pioggia. Ecco, cari lettori, che si cominciano a macinare vie su vie e se prima si sarebbe morti per lo sforzo ora pare vi sia un picco nella capacità di macinare metri verticali (solo alla sera, ad esser sinceri, si crolla per la stanchezza probabile conseguenza del calo delle endorfine).
Solo il pomeriggio, vero problema per Tobia, sono i consueti temporali più simili ad un uragano che ad una leggera pioggerella come quella che capitava a Torino.
Ma statene certi, anche se a Luglio ho la tesi di laurea, difficilmente mi schioderanno di qui se non all'ultimo minuto...
...No, non è vero, sigh, gulp, presto si torna giù!
Quale ingiustizia!!!
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