NO, non è vero non tutte le strade portano ad Arco ma mi piace pensare sia così.
Arco se penso a questo nome mi viene in mente un paese circondato da roccia tanta roccia da poter perdere il senno. E poi, ma rimanga fra noi, ad Arco fa sempre bello!
Non poteva che finire così, quindi: abbiamo imboccato una delle tante strade che portano ad Arco e ne siamo rimasti prigionieri (?) per 5 magnifici e rocciosi giorni.
Ma andiamo con ordine, cari lettori, che di tante falesie vi devo tessere le lodi.
Anche se i conti non mi tornano perché in 5 giorni abbiamo scalato in 6 posti, mah...sarà la magia di Arco.
Il Primo giorno è sempre il migliore!
Partiamo da Cimolais dopo aver portato Tobia a fare un giro (o è lui che porta noi?).
Lo carichiamo in macchina con alcuni bagagli, pochi a dir la verità (no, non è vero da bravi bugia nen ci siamo portati dietro la casa!!!).
Partiamo alla volta di Trento dove sarà necessario fermarsi al nuovo McDonald del posto per valutarne la qualità (ma cosa sto dicendo?).
Belluno, Feltre, ValSugana e siamo a Trento dove vaghiamo due ore prima che un vigile ci dica che il McDonald è dalla parte opposta.
Sosta fantozziana al McDonald: scarica il Toby, ordina due hamburger con cipolla e birra, mangia tutto e, dopo aver scampato la calca dell'una, fuggi verso altri lidi.
Arriviamo ad Arco alle due in punto giusto giusto per vedere che l'ufficio informazioni è chiuso. Così partiamo alla ricerca di un albergo e, evitando il centro di Arco, lo troviamo verso Nago: è l'albergo Everest un nome curioso per un luogo dove i cani sono ben accetti ( Toby viene accarezzato più o meno da dieci persone in dieci minuti).
Anche se avevamo deciso di non scalare il primo giorno l'orologio parla chiaro: sono le quindici e tutto va bene.
Così ci fiondiamo in macchina ed in cinque minuti siamo sotto le pareti di Nago. Bella e storica falesia presenta più settori per una difficoltà dal 4 all'8c.
Ahimè commettiamo l'errore di andare nel primo settore, quello più vicino e comodo e proprio per questo con roccia marmorea.
La parete è presa d'assalto da orde di crucchi che salgono e scendono ed ancora salgono e scendono e si capisce subito che bisognerebbe mettere un caselle autostradale per regolarizzare i flussi su questa parete.
Molto fantozzianamente decido di partire su 'chiedi a Beppo' (6b) perché a casa sono abituato a scaldarmi su questa difficoltà. Ecco: ho detto bene 'a casa' non qui.
Infatti mi imbatto su un muro quasi verticale su roccia consumata e viscida, la chiodatura è sicura ma obbligata così prima di arrivare in sosta soffro di allucinazioni audiovisive e vedo anche la madonna. Questo tiro sarebbe molto bello se non fosse per la roccia usurata dalle ripetizioni e perciò non mi sento di consigliarlo se non a chi si voglia far del male.
E' la volta dell'audace che da seconda gode più serenamente di questo tiro. Toby intanto dorme nel mezzo del covo dei crucchi perché lui, in fondo, è per metà pastore tedesco.
Passiamo alla 'panoramica'(6b+) una via consigliata dai local dove trovo una partenza molto bella di dita su tacche nette e sopra un muro costantemente impegnativo molto bello perché all'apparenza compatto ma con quello che serve.
Il passo iniziale un po' morfologico respinge l'audace che prova così un 6a+ 'Ruggiero lo Perfido' molto montagnoso con passaggio in diedro con roccia comsi comsa.
Alla fine, sono quasi le diciannove, provo un 6c defilato a destra dove spero la roccia sia più 'nuova'. Parto bene per poi scontrarmi, appena sotto la sosta, con un muretto a verticali per le mani e completamente liscio per i piedi. Anche qui dall'ultimo spit alla sosta vedo la madonna.
E qui finisce il primo giorno. Non proprio qui ma piuttosto alla Lega noto locale storico del centro di Arco dove il gulasch alla trentina vi far rinsavire.
Il secondo giorno è sempre il più colorato!
Non si poteva che andare a Massone la falesia policromatica per eccellenza.
Qui la roccia è sempre varia e i tiri sono almeno cento con difficoltà dal 4 al 9a (andate a vedere la mitica ''underground'' al settore Pueblo).
Iniziamo la giornata nel terzo settore dove l'approccio inizia con la bella ma corta 'overbooking'(6a) lunghezza divertente a grosse prese su muro giallo-rosso.
Toby, intanto, come può testimoniare la foto si è talmente affezionato ad un albero da fondere il muso alla corteccia (?).
Segue la via 'Hurgada' (6b) roccia coloratissima e passaggi verticali a tacche non fosse che qualche simpaticone – o qualcuno che ravanava- ha segnato più o meno tutte le prese sia a destra che a sinistra con un caos delirante tanto che a vista non si capisce proprio dove si debba andare.
Molto bello anche il boulderino a tacchette di 'ektoplasma'(6b) dove in pochi metri rimpiangerete d'aver pensato che fino a metà era troppo facile per essere quel grado.
L'audace alla corde mi spinge a provare 'settima luna'(6c+) stupenda lunghezza con un blocco delicato proprio sotto la catena naturalmente con chiodatura obbligata. Mi trovo a volare più volte osservando la catena mentre fiondo verso il basso fino all'ignobile decisione d'acchiapparla riuscendo così a vedere che effettivamente per moschettonare la catena c'era ben poco. Mah...
Contro la volontà di Toby – che s'era innamorato d'un albero- ci spostiamo al quarto settore. Qui la parete è sempre in leggero strapiombo e si presenta a canne e buchi.
Giro d'acclimatamento su 'briciola'(6c) per vedere che la continuità richiesta è buona e le prese sono sempre nette.
Ahimè l'indicatore della benzina comincia a segnare la riserva così fuggiamo ad Arco per un mitico e buonissimo gelato nella gelateria del centro.
Il terzo giorno è quello più panoramico!
Il terzo giorno, onde evitare le masnade di crucchi, scegliamo una falesia defilata a Sarche – una decina di chilometri da Arco-.
La palestra è una fascia di roccia pensile sopra le coltivazioni di viti e la varietà dei tiri ( 21 tiri dal 6a al 7b+) associata alla qualità della roccia ne fanno un luogo ambito.
Riscaldamento sulla bellissima ma non banale 'zombie le chuck'(6a) muro su verticali dove una buona tecnica di piedi è un obbligo.
Intanto sopra di noi c'è un cielo azzurro e terso ed il clima è mitigato da un leggero vento.
Insomma non si potrebbe chiedere di meglio, no?
Si scala poi su 'Totò camen' (6b+) dove ad una partenza tecnica e di dita segue un muro sempre delicato e di esaltante bellezza – no dico davvero è un capolavoro!-.
In questa falesia sembra che i tiri siano un più bello dell'altro e se dovessi trovare un difetto sarebbe che l'altezza non supera mai i quindici metri.
L'arrampicata è sempre tecnica e mai banale, l'uso sapiente dei piedi è indispensabile associato sempre ad una buona forza di dita.
Anche 'ccà n'sciun è fess'(6b) regala un bella scalata con un passo di difficile interpretazione appena sopra la metà. Anche qui roccia abrasiva.
Con 'son stanco' (6b/C) infine capiamo di esser davvero stanchi almeno per quel giorno.
Così con Toby – che oramai si è adattato alla perfezione al ruolo di vacanziero- torniamo nel centro di Arco per il solito gelato.
Il quarto giorno è il più pieno!
Il resoconto della giornata: due falesie una la mattina una il pomeriggio.
Al mattino siamo alla falesia di Passo San Giovanni a pochi chilometri da Nago in direzione Rovereto.
La palestra è composta da più massi chiodati con difficoltà dal 4 all'8a.
La roccia propone una scalata tecnica e di movimento su calcare compatto ed un poco usurato.
Apriamo le danze con 'Hari Sheldon'(6a) scalata tecnica su muro leggermente appoggiato con un'uscita a mio parere più impegnativa del grado proposto.
Toby intanto, ma lo scopriremo solo dopo, ha aperto il sacchetto dei panini e se li è mangiati quasi tutti -maialozzo!-.
La scalata prosegue su 'io noi gaia' (6a+) dove penso venga offerta la scalata di 6a+ più difficile al mondo, un muro liscio dove muoversi con delicatezza su appoggi precari e appigli piccoli piccoli. A mio parere un poco fuori grado ma è solo la mia opinione.
Segue la delicatissima 'sogni di robot' (6b+) una placca liscia e tecnicissima dove vedo la madonna ed Elvis ed anche il Che.
Lo stile devo ammetterlo non è di quelli che mi fanno impazzire ma bisogna pur scalare dovunque, no?
Dopo qualche giro per liberare – o perlomeno per tentare- i tiri andiamo a far merenda ad Arco dove mangiamo un ottimo trancio di pizza salamino e cipolla...Toby naturalmente non mangia niente visto che abbiamo da poco scoperto che s'è fregato i panini.
Stanchi ma non furbi partiamo alla volta della Terra Promessa un'isolata falesia nella vallata sopra Massone.
La palestra suddetta offre una trentina di itinerari di grado medio-alto dal 6a+ all'8c.
La guida la consiglia come uno dei posti più pittoreschi che la Valle del Sarca possa offrire e poi vedere dal basso – purtroppo solo dal basso- i tiri duri su cui scalano i big non ha prezzo, no?
Arriviamo in questa magnifica falesia e scopriamo che l'ambiente è favoloso.
Un bosco alle spalle ed un mare di roccia dinnanzi – di cui solo una piccola parte chiodato-.
Riscaldamento su 'Lorenzo' (6a+) muro su roccia eccelsa molto continuo nelle difficoltà – ma qui ad Arco il grado è sempre un po' tiratello-.
La roccia presenta tacche e canne ed è molto rugosa tanto che fidarsi dei piedi è facile.
Un giro su un 6b bello e cattivello mentre con la coda dell'occhio osserviamo un forte crucco che prova un 7c+ a vista – che livello!-.
Toby intanto dorme sereno come al solito e più del solito forse perché sta digerendo quelli che sarebbero dovuti essere i nostri panini.
Cena alla Lega e panza pienissima.
Il quinto giorno è il più stanco!
E' il quinto giorno: siamo cotti!
Ma ancora una falesia ci sta eccome.
Partiamo alla volta della Valle di San Felice una ridente vallata tra Arco e Rovereto.
L'obbiettivo è la falesia di Nomesino dove alberga il primo 8b del fortissimo Rolando Larcher (Energia=MC2).
Questa palestra è senz'altro di comodo accesso visto che si parcheggia sotto e l'ampia varietà di difficoltà dal 6a+ all'8b la rendono accessibile a quasi tutti.
La guida la consiglia per la qualità della roccia dei suoi muri.
In effetti il muro colpisce subito per la colorazione della roccia e per la sua compattezza.
Riscaldamento su 'Auschwitz'(6a+) bel muro a buchetti e placca finale liscia liscia di quelle che vedo nuovamente la madonna.
L'indicatore segna decisamente riserva.
Ancora un 6b di movimenti su roccia eccelsa ed un 6c fessuroso prima e placcoso dopo dove vedo ancora una volta chi-sapete-voi e decidiamo di finire qui l'arrampicata.
Toby monta in macchina felice – ne avrà ben le balle piene di tutte queste falesie- e noi andiamo a gustare un ultimo gelato ad Arco.
Cena a Pedavena sulla strada del ritorno con Toby che ruba dalla tavola due wurstel – ma allora lo fai apposta!- dimostrando di essere irrecuperabile!.
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